Considerazioni sulla Peronospora

Plasmopara viticola

Considerazioni sulla Peronospora

la Peronospora è un fungo che per diffondersi richiede specifiche condizioni climatiche, determinate, in particolare, dalle piogge e dalla temperatura atmosferica. Questi soli due fattori possono, attraverso combinazioni diverse, fornire un’ampia gamma di circostanze per le quali è difficile formulare previsioni o ipotesi relative alla comparsa del parassita.

L’infezione primaria è da considerarsi l’elemento di avvio del nuovo ciclo della malattia. A seguito, ne conseguono normalmente altre sempre più consistenti, essendo l’inoculo presente nel vigneto in rapida crescita.

Manifestazione dei sintomi

Oltre il dilagare delle infezioni, anche le modalità con cui compaiono i sintomi possono non essere ricorrenti nel corso della prima infezione. Le macchie d’olio possono trovarsi infatti sulla vegetazione più vicina al terreno, isolate, molto grandi, con muffa abbondante sulla pagina inferiore della foglia. In condizioni di ambienti di maggiore aridità, le macchie possono apparire anche in maggiore numero, distribuite a tutte le altezze del filare, più piccole e prive di muffa.

Assai importante dopo l’infezione è il clima che segue. Al di là dei trattamenti ovviamente importanti, la temperatura e l’umidità dell’aria possono rappresentare il fattore basilare per la diffusione massiccia, il rallentamento o l’arresto dell’infezione.
In seguito, nei vigneti contraddistinti da microclimi favorevoli al parassita, si avviano le infezioni secondarie che, progressivamente, si estendono e intensificano, sempre con un certo favore del clima. La grande preoccupazione è rappresentata dagli attacchi ai grappoli, soprattutto nel corso dell’accrescimento erbaceo degli acini. I primi attacchi alle foglie e ai tessuti teneri possono, infatti, essere la premessa delle infezioni incontrollate degli acini.

Superato il periodo caldo dell’estate e con il favore di nuove precipitazioni, la peronospora, inizialmente rallentata dalla temperatura elevata, riprende la sua attività, sempre a carico delle parti verdi della chioma.
In questo caso, tuttavia, la malattia si manifesta differentemente. Dopo infatti una sua certa latenza, quando riprende ad essere più attiva, trova tessuti erbacei di tutt’altra consistenza, essendosi oramai definito l’arresto vegetativo. Anche questa altra infezione ha così caratteri peculiari. Le macchie d’olio, infatti, possono essere ancora quelle tipiche primaverili se interessanti i nuovi ricacci alla sommità del filare. La manifestazione di fine estate più tipica prende il nome di “peronospora a mosaico”, in quanto sui tessuti ormai induriti il fungo agisce tra le nervature anche solo di ordine inferiore. Una macchiettatura di forme angolari si diffonde tra le foglie più giovani ma già indurite. L’infezione può interessare per intero i lembi inducendo disseccamenti percentualmente rilevanti nella parte alta della spalliera.

Prevenzione e risultati

La differenza tra i vigneti in relazione alle cure dei viticoltori appare evidente a quest’epoca.

La corretta difesa e prevenzione fitosanitaria nel periodo primaverile di maggiore pericolosità e diffusione fornisce apprezzabili garanzie di giungere alla conclusione dell’annata con foglie e grappoli sani, anche in circostanze di maggiore pericolo.

Nei vigneti più trascurati, invece, quando la distribuzione delle macchie a metà luglio ha interessato sia la vegetazione nuova sia la vecchia. È probabile la diffusione della “peronospora larvata” su parte dei grappoli ancora verdi. Il contenimento di questa forma non è più possibile e la malattia procede sia sui rachidi sia all’interno degli acini portando a distruzione finale parte o per intero le infruttescenze colpite.

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