Giallumi primaverili

La primavera è la stagione in cui l’attività delle piante è particolarmente intensa.

Giallumi primaverili

La primavera è la stagione in cui l’attività delle piante è particolarmente intensa. Il risveglio della vegetazione, le prime fasi di crescita dei germogli e la corrispondente attività dell’apparato radicale, particolare di quest’epoca, rappresentano le principali occupazioni delle viti in questo periodo. I fattori che ne possono condizionare la buona evoluzione sono essenzialmente il clima e le caratteristiche fisiche del suolo. Può accadere di osservare improvvisi ingiallimenti delle foglie. Essi possono avere differente intensità e diffusione nell’ambito dei vigneti. Vi è anche una certa variabilità riguardo alle annate, in quanto singolarmente differenti per il clima.

I sintomi

All’inizio della nuova vegetazione, la parte di maggiore rilievo delle piante è quella ipogea. Essendo essa quantitativamente maggiore, ed essendovi correlate le funzioni di quella epigea, un’eventuale condizione di stress o sofferenza nel sottosuolo viene immediatamente recepita e resa evidente dalla comparsa di particolari sintomi. La perdita d’intensità del colore delle foglie con sfumature gialle sono i segni più immediati. Permanendo le circostanze di patimento, le tonalità gialle divengono più intense, soprattutto riguardo alle foglie adulte. Quelle agli apici sono più chiare, talvolta tendono al bianco. Nei casi di maggiore sofferenza, inoltre, si evidenziano parziali disseccamenti del lembo dei pampini. Nel caso di più fisiopatie, la particolarità di questi sintomi è il disegno delle nervature, che tendono a rimanere verdi e quindi la loro trama diviene ancor più evidente.

Cause principali

Le principali cause possono essere così descritte:

  1. poca presenza di aria nel sottosuolo a livello delle zone radicali di assimilazione. L’apparato ipogeo consiste in formazioni molto delicate che avvertono prontamente ogni elemento di variazione e di disagio;
  2. buona presenza di calcare tipica dei terreni del moscato. Questo fattore predisponente è costante ogni anno in quanto caratterizzante ogni suolo;
  3. livello di sviluppo caratteristico di ogni annata. Essa, infatti, dipende sia dalle condizioni del suolo sia dal clima;
  4. la specifica suscettibilità genetica di ogni biotipo o varietà.

In merito alle manifestazioni, possono essere la conseguenza di un solo o più fattori congiunti. Si definisce, quindi, una ricca gamma di circostanze, da cui derivano questi patimenti, la cui manifestazione può essere in taluni casi prevedibile, in altri inattesa; può di notevole diffusione e intensità, oppure lieve e circoscritta in chiazze.

Quando i fattori che più hanno influenza sono quelli legati alla stagione, il problema può risolversi spontaneamente al variare delle condizioni climatiche e, soprattutto, dell’attività vegetativa. Se, invece, sono presenti più fattori propri del vigneto che favoriscono la comparsa dei giallumi il recupero è decisamente più improbabile. Pur attenuandosi, i sintomi nel corso della stagione estiva, permane la sofferenza e la limitazione delle piante a completare nel migliore dei modi tutte le funzioni fisiologiche proprie del ciclo.

Le conseguenze

La principale conseguenza è il progressivo aggravarsi delle cause. Ogni anno, la ripresa del nuovo ciclo avverrà con le piante un po’ più indebolite rispetto all’annata precedente. Permanendo le condizioni ambientali predisponenti, le circostanze di sofferenza saranno quindi potenzialmente maggiori. In questo caso, la variabilità del clima definisce le particolarità del momento e può essere favorevole alla pianta o di peggioramento.


Definiti come elementi acquisiti la sensibilità del biotipo e le peculiarità del suolo (sovente autoctono), diviene importante adottare accorgimenti di prevenzione utili a rendere meno incisivo il fenomeno e, soprattutto, a rallentare il progressivo indebolimento delle piante.

Nel suolo, gli apparati radicali si sviluppano liberamente e sono progressivamente selezionati dalle condizioni meno favorevoli che trovano. Essi, pertanto, con il passare del tempo, si diffondono secondo una distribuzione ideale per quel luogo da cui deriverà la minore sofferenza. In questo equilibrio, che permane in ogni caso precario, gli eventi accidentali che modificano i fattori che lo costituiscono rappresentano un grave pericolo per il vigneto. Il ritorno delle sofferenze può essere, in questi casi, rapido e intenso. Il costante e corretto rapporto tra aria e acqua nel sottosuolo diviene un elemento basilare di prevenzione ed è opportuno che l’impegno del viticoltore sia particolarmente rivolto a questo. In relazione alla tessitura, alla profondità ed alla giacitura del suolo, le strategie possono variare; rimane immutato l’obiettivo.



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