La qualità degli acini
Un tema non troppo discusso è riferito agli acini quali strutture singole, separatamente dal complesso dei grappoli quali infruttescenze.
Gli acini sono costituiti da una struttura che si evolve progressivamente nel corso delle fasi fenologiche, trasformandosi strutturalmente e fisiologicamente.
La buccia e il volume
La consistenza delle bucce è tra gli elementi derivanti dal genotipo e, nello stesso tempo, assai influenzabili dall’andamento della stagione. Un altro elemento, forse ancor più caratterizzante l’annata, è il rapporto tra il volume dell’acino e la superficie delle bucce. Tanto più grande è la dimensione degli acini, tanto maggiore è il rapporto tra il volume dei frutti e la superficie delle bucce. Conseguentemente, anche la resistenza dei singoli acini si riduce. A parità di vitigno, la maggiore dimensione delle bacche comporta un più grande accumulo di acqua, un peso superiore, un’attaccatura dei singoli frutti più fragile, una buccia più sottile e di minore consistenza.
Il grappolo nel suo insieme diviene quindi più o meno suscettibile agli effetti delle piogge tardive ed alla diffusione dei funghi parassiti che ne inducono la marcescenza.
Tutto questo, inoltre, può evolversi in tempi differenti. Il clima, infatti, non solo interferisce relativamente al singolo e più recente evento meteorico, ma, a livello fisiologico, agisce anche in merito all’andamento generale che ha caratterizzato l’intera stagione, in cui si sono susseguite le fasi fenologiche di crescita della vegetazione e di sviluppo dei frutti.
I fattori negativi
Un’estate tendenzialmente asciutta in cui gli acini hanno subito patimenti per la mancanza di acqua, determina le seguenti caratteristiche finali dei singoli chicchi: piccole dimensioni, sebbene non particolarmente robusti a seguito delle deficienze stagionali.
Un periodo di piovosità intensa, nell’immediatezza della maturazione dei frutti, può indurre un loro rapido accrescimento. Alla notevole dilatazione dei singoli acini, ne possono conseguire fessurazioni delle bucce, a loro volta potenzialmente accentuate anche da altri fattori. Tra questi ultimi, i più frequenti sono:
- le ferite precedenti per opera di funghi parassiti come l’oidio
- lo schiacciamento dei racimoli derivato dall’eccessiva compattezza dei grappoli
- la condizione di esuberanza di vigoria propria delle piante giovani.
A seguito di fessurazioni della buccia, può essere anche compromessa la sanità dei frutti.
La muffa grigia
La Botrytis cinerea in maturazione è il patogeno più temuto. Solitamente, l’infezione si avvia dalla parte interna dei grappoli a seguito di un suo precedente insediamento. Il maggiore schiacciamento che si genera nella parte centrale dell’infruttescenza fa sì che proprio in quel punto vi siano le prime microfessurazioni e perdite di succo, grazie al quale il fungo può facilmente diffondersi. Si notano quindi, quasi improvvise, parti oramai completamente invase e deteriorate nella zona centrale dei grappoli. Gli acini, raggiunta la maturità, se fessurati, son facilmente colonizzati dal parassita che, attraverso un denso feltro grigio, delinea i contorni della precedente apertura. Frequentemente, si possono osservare piccole gocce di succo trasudare dalle bucce molto fini. Anche in questi casi, sono presenti piccole lesioni su cui la marcescenza ha il potere di diffondersi.