Il marciume acido dei grappoli
Il marciume acido dei grappoli compare nei vigneti nel corso della maturazione. L’infezione si estende sempre più con il progredire della fase fenologica. La sua incidenza dipende da una molteplicità di fattori, alcuni di natura fisiologica della vite, altri parassitari e infine, importante come sempre, l’andamento climatico.
Questa malattia era un tempo ritenuta la principale conseguenza degli attacchi di Tignole. I viticoltori combattevano gli insetti per preservare il raccolto da questo male, che, all’epoca della vendemmia, era da ritenersi sicuramente il più dannoso.
Oggi, l’avvento del parassita Drosophila suzukii, ha determinato un’ulteriore e consistente causa di diffusione del male. L’azione operata infatti dalle femmine per la deposizione delle uova e le numerose ferite a queste conseguenti e anche allo sviluppo delle larve rappresentano vicoli forse divenuti al tempo attuale preponderanti. La condizione fisica dei grappoli ne diviene la più efficace prevenzione al dilagare massiccio della malattia.
I sintomi
I primi sintomi del Marciume acido possono evidenziarsi già all’inizio dell’invaiatura, o più tardi, a maturazione quasi completata. Nella parte centrale dei grappoli, partendo dai pedicelli, gli acini divengono lucidi e di colore nocciola. In un primo momento, il danno appare circoscritto e quindi contenuto. L’infezione si espande successivamente, con differente velocità, in relazione alle annate. Gli acini rimangono, per un certo tempo, turgidi, mentre le bucce divengono fragili e si lacerano. I succhi contenuti sporcano la restante parte del grappolo e favoriscono così la diffusione di altri parassiti. Alcuni acini colpiti appaiono svuotati, mentre altri vanno incontro a fenomeni di marcescenza. In corrispondenza dei grappoli, si notano i moscerini dell’aceto volare sugli acini colpiti e le loro larve. Questi insetti, grazie al continuo movimento, favoriscono la diffusione dei microrganismi agenti della malattia: i batteri acetici e alcune specie di lieviti che sono state individuate sui grappoli malati.
Camminando tra i filari, si percepisce nettamente lo sgradevole odore di acido.
I danni alla produzione sono sotto gli aspetti della qualità e della quantità. Essi sono pertanto temibili.
Patogeni differenti
Sovente il Marciume acido si accompagna a consistenti infezioni di Muffa grigia, pur essendo malattie distinte. Ognuna di esse ha una propria evoluzione ed è indipendente dall’altra. Entrambe, tuttavia, sono favorite da fattori comuni, come l’adeguata disponibilità di acqua nel terreno, il grado di compattezza dei grappoli e il ridotto strato di cera che naturalmente riveste le bucce.
Altri elementi favorevoli al Marciume acido sono: la prolungata attività vegetativa primaverile, l’eccessiva vigoria dei germogli, le maggiori dimensioni degli acini e l’eventuale condizione di ombra in cui questi ultimi possono essersi sviluppati.
La prevenzione colturale
Per ridurre l’incidenza di questo male è importante adottare le prevenzioni più opportune.
Tra le pratiche agronomiche, la concimazione ha grande importanza, poiché deve fornire alla pianta l’intero fabbisogno nutrizionale, senza stimolarla a ritmi di crescita troppo veloci. L’apporto degli elementi minerali deve pertanto essere definito sulla base di alcune caratteristiche del vigneto, come per esempio l’età, il vitigno e il tipo di terreno.
In particolare, dove vi è una certa predisposizione verso questo male, è opportuno limitare gli apporti di azoto.
La concimazione fogliare è infine una scelta ancora più delicata. All’epoca della crescita erbacea dei grappoli, la somministrazione di elementi d’immediata assimilazione può causare alla pianta effetti inattesi. Nei vigneti a maggior rischio, nei quali si deve evitare l’eccessiva crescita dei germogli, questo tipo di nutrizione dovrebbe essere limitato solo ai casi di evidente necessità.
Altra pratica colturale utile alla prevenzione è la potatura verde. La condizione essenziale è che i grappoli possano crescere dall’inizio della loro formazione beneficiando di un microclima che favorisca il loro buon sviluppo. Dopo l’allegagione, i giovani acini devono crescere non troppo al riparo delle foglie, per potersi irrobustire e non subire, più tardi, il trauma dell’improvvisa esposizione ai raggi del sole. Le operazioni di sfogliatura e di sfemminellatura devono iniziare per tempo, in modo da garantire ai frutti le migliori condizioni ambientali di sviluppo, nella misura più omogenea possibile. Sempre nell’ambito della prevenzione, l’uniformità dei grappoli è un ulteriore elemento essenziale. I frutti più sensibili all’infezione rappresentano, infatti, un grave pericolo per gli altri.
La raccolta
Alla vendemmia, il lavoro del viticoltore si conclude con la severa selezione dei grappoli. Normalmente, quando sono presenti infezioni, è opportuno effettuare una selezione preliminare, al fine di agevolare poi successivamente le operazioni di raccolta senza incorrere nel rischio di contaminare i frutti sani.